martedì 12 febbraio 2013

THE LEFT - Hell it's the world (Maryland, 1983)

Un disco pazzesco che mi ha passato un amico francese e che (va sapere perché) non conosce praticamente nessuno. Me ne sono innamorato (del disco non dell' amico francese al quale voglio comunque molto bene).
 Davvero bellissimo
E' doveroso postarlo e farlo conoscere al popolo di Vinil brulé. Anzi, se qualcuno avesse qualche notizia sulla storia dei the Left non esiti a commentare questo post.
Disco che dedico al Papa abdicante. Pontif-EX
Ciau
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domenica 3 febbraio 2013

EL GUAPO - Fake French (Washigton DC, 2003)

El Guapo, ovvero il trio individuato da Ian Mc Kaye per dare un tocco nuovo al marchio Dischord. Atmosfere intrigantti di elettronica dall'inconfondibile aroma anni 80, voci che cantilenano dei botta e risposta in maniera distaccata e demenziale, riff presi in prestito dal rock indie, sequencer rubati a Moroder, robottini e fisarmoniche da bistrot parigini; il tutto inquadrato in canzoni che per fortuna cadono raramente nella trappola della strofa e ritornello, ma più spesso giocano sugli incastri tra voci, synth e batteria, sull'onda di un minimalismo intelligente. Formula giusta che é presente in tutti e dodici i brani, ognuno dei quali ha più di un buon motivo per essere ricordato e, perché no, canticchiato, visto che la cosa che balza alle orecchie da subito è che questo disco oltretutto è divertente; i ritmi son quelli giusti, direbbe un dj di provincia, ma in fondo è la pura verità.
Tra i brani esemplari possiamo segnalare l'iniziale "Glass House" con i suoi coretti assurdi, "Justin Destroyer" e il suo sequencer che duetta con le voci da cartoon giapponese, "Underground", che si regge in pratica su una frase di synth che pare uscito da un filmaccio di fantascienza ma che scatena un ping-pong tra cori ossessivi  e drum-machine memorabile; inoltre, il rotolare sbilenco della giostra di "I Don't Care" e il valzer di "Hollywood Crew" aumentano ancor di più i toni surreali della musica degli El Guapo, visto l'abbraccio con elementi di musica popolare, evidenziato dall'uso equilibrato della fisarmonica, che in questo contesto risultano quantomeno stranianti.
Equilibrato e godibile anche perché lontano da eccessive seriosità
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sabato 2 febbraio 2013

JO SQUILLO ELETRIX - Girl senza paura (Milano, 1981)

Chiedo preventivamente scusa all' intelligenza dei lettori di Vinil brulé, ma non ho resistito. Bisogna farsi qualche sana risata, ogni tanto, e questo disco é un capolavoro assoluto in chiave trash. Ovviamente ogni commento é totalmente superfluo. Diamo quindi spazio alla Polystirene de noantri. :D
Se volete saperne di più consultate Orrore a 33 giri
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