domenica 3 febbraio 2013

EL GUAPO - Fake French (Washigton DC, 2003)

El Guapo, ovvero il trio individuato da Ian Mc Kaye per dare un tocco nuovo al marchio Dischord. Atmosfere intrigantti di elettronica dall'inconfondibile aroma anni 80, voci che cantilenano dei botta e risposta in maniera distaccata e demenziale, riff presi in prestito dal rock indie, sequencer rubati a Moroder, robottini e fisarmoniche da bistrot parigini; il tutto inquadrato in canzoni che per fortuna cadono raramente nella trappola della strofa e ritornello, ma più spesso giocano sugli incastri tra voci, synth e batteria, sull'onda di un minimalismo intelligente. Formula giusta che é presente in tutti e dodici i brani, ognuno dei quali ha più di un buon motivo per essere ricordato e, perché no, canticchiato, visto che la cosa che balza alle orecchie da subito è che questo disco oltretutto è divertente; i ritmi son quelli giusti, direbbe un dj di provincia, ma in fondo è la pura verità.
Tra i brani esemplari possiamo segnalare l'iniziale "Glass House" con i suoi coretti assurdi, "Justin Destroyer" e il suo sequencer che duetta con le voci da cartoon giapponese, "Underground", che si regge in pratica su una frase di synth che pare uscito da un filmaccio di fantascienza ma che scatena un ping-pong tra cori ossessivi  e drum-machine memorabile; inoltre, il rotolare sbilenco della giostra di "I Don't Care" e il valzer di "Hollywood Crew" aumentano ancor di più i toni surreali della musica degli El Guapo, visto l'abbraccio con elementi di musica popolare, evidenziato dall'uso equilibrato della fisarmonica, che in questo contesto risultano quantomeno stranianti.
Equilibrato e godibile anche perché lontano da eccessive seriosità
320 Kbps



ECCOLO QUA

1 commento:

  1. uuh questo mi ricorda i miei primi anni a bolo...
    mai più riascoltato. ne approfitto.
    ;)

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