mercoledì 23 giugno 2010

VON LMO - Tranceformer (Future language 2.001)

Da Scaruffi:
"La storia di Von Elmo (all'anagrafe Frankie Cavallo, nato nel 1954 a Brooklyn) e` avvolta in un alone di leggenda. Fu certamente un enfant prodige della batteria, attivo fin da ragazzino in un numero impressionante di gruppi: nei Funeral Of Art con l'organista Otto Von Ruggins intorno al 1970, nei Pumpo con il chitarrista Rudolph Grey dal 1972 al 1974, nei Why You Murder Me in duo (d'improvvisazione libera) con il solo Grey, nei Kongress con Von Ruggins e un mago australiano intorno dal 1976 al 1978; infine nei Red Transistor, di nuovo con Grey, ma questa volta all'organo e alla chitarra. Di questo gruppo usci` il singolo Not Bite/ We're Not Crazy (Forced Exposure) in pieno boom della new wave.
Poi, nel dicembre del 1978, nacque Von Lmo (lo pseudonimo e il complesso), che presto divenne l'attrazione principale del Max's Kansas City di New York, subentrando ai vari Johnny Thunders, Patty Smith e Talking Heads. Fu lui a suonare l'ultimo concerto prima che il locale fallisse, il 27 novembre 1981. Quel gruppo riusci` a registrare un album, sempre nel 1981: Future Language (Strazar, 1981). Il postumo Tranceformer (Munster, 2002) contiene sia l'album Future Language sia rarita` e inediti. Il loro stile venne da lui stesso definito "super space-age heavymetal dance rock". La componente psichedelica era evidente in canzoni-trip come Crash Landing '88 e Outside Of Time, mentre This Is Pop e Radio World erano indirizzate a un pubblico piu` ampio. Il disco era suonato con un'energia da maniaci, portando a compimento la missione che MC5 e Blue Cheer avevano abbozzato negli anni '60. In parallelo Von Lmo conduceva una carriera di musicista d'avanguardia che dava luogo a jam chilometriche (anche oltre l'ora di durata) in cui si usavano soltanto chitarre distorte al massimo del volume.
A causa del suo carattere scontroso e dell'abuso di stupefacenti Von Lmo si auto-emargino` pero` dal mondo discografico. Dopo quell'unica prova questo Sun Ra del rock and roll scomparve cosi` per diversi anni. La leggenda vuole che in un impeto di rabbia abbia distrutto tutte le copie rimaste del suo disco e tutte le fotografie dell'epoca. Durante gli anni '80, peraltro, la sua fama crebbe fino al punto da farne uno dei personaggi da culto della scena underground. Non solo diversi musicisti (in particolare i Plasmatics) iniziarono a copiare la sua musica e i suoi show, ma spuntarono fanzine dedicate a ricostruirne la storia. Per la cronaca, simile sorte tocco` a Grey, genio non meno incompreso, del quale soltanto negli anni '90 comparira` un nuovo singolo, Implosion '73/ Transformation (New Alliance), una sorta di free-jazz per feedback.
Nel luglio del 1991, improvvisamente, l'uomo riapparve in pubblico, per nulla cambiato. Il suo messaggio "cosmico" era rimasto lo stesso ("we transmit/ you intercept"), la musica era persino piu` forte. Nel febbraio del 1994 e` uscito finalmente un nuovo disco, Cosmic Interception (Variant), sul quale compaiono alcuni dei cavalli di battaglia di allora splendidamente aggiornati all'era dei cyberpunk.
Il suo stile e` rimasto un rock and roll a perdifiato cantato nel suo ruggito "nero", corazzato in eccessi degni degli MC5 e calato in strutture ballabili. La title-track, con gli staccato incalzanti delle tastiere di Otto Von Ruggins, riporta ai climi infernali dei Suicide, mentre la frase meccanica del sassofono di Juno Saturn e una ritmica ossessiva (la batteria di Bobby Ryan e il basso di Craig Coffin) fanno di Radio World un rhythm and blues per armate di robot. Anche i brani minori propongono sonorita` tanto classiche quanto deliranti: un altro balletto di sassofono e la chitarra stratosferica di Mike Kross propellono l'anti-discomusic di Ultraviolet Light; febbrile rockabilly e truce heavymetal si compenetrano nel messaggio galattico di Leave Your Body; l'atmosfera "sinfonica" e magniloquente di Inside Shadowland da` luogo a una sceneggiata fanta-horror.
Quasi tutti sono brani che potrebbero tranquillamente continuare per delle ore, essendo basati sulla ripetizione martellante di uno schema elementare. E' logico, quindi, che l'inno della banda, Be Yourself, sia trascinato per sei minuti da un galoppo sfrenato senza minime variazioni. Assordanti e frenetici, questi sabba sono devastati dallo stile pantagruelico di Saturn al sassofono, che e` una specie di onda cosmica di sottofondo, da ritmiche che sono cariche di tritolo, da riff di chitarra che sono palazzi di rumore. Su tanto cataclisma troneggia il canto roco e viscerale del leader, forte da far crepare le pareti della sua navicella spaziale. Senza prendere fiato una sola volta, il gruppo compie una delle scorribande piu` memorabili degli anni '90.
Di lui erano pero` passate alla leggenda soprattutto le esibizioni degli anni '80 nei Red Resistor, all'insegna del rumore piu` feroce. Non canzoni, ma lunghe jam improvvisate. Appunto il tipo di musica che Von Lmo esegue nel suo show dal vivo. Red Resistor (Variant, 1996) condensa quattro di questi show recenti.
Al confine fra Hawkwind e Gnome Von Lmo ha creato un genere esuberante e rinnovato la tradizione demenziale e sottoculturale dei Devo."
320 Kbps

 

ECCOLO QUA

2 commenti:

  1. se per il gemellaggio basta un link, allora è tutto fatto. ;)

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  2. AHAHAHAH Chissà perchè... sospettavo. Altissimo e disturbatissimo livello

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