mercoledì 17 febbraio 2010

LEGAL WEAPON - Death of innocence (San Francisco, 1982)


Death Of Innocence, uno dei capolavori del 1982. E' un'opera compatta e matura che mette a frutto cinque anni di punk-rock in una forma-canzone trascinante ed orecchiabile (di cui e` massimo esempio User, un vibrante powerpop con scariche di adrenalina hardcore). Arthur "racconta" le canzoni, piu` che cantarle, all'insegna di una potenza vocale trattenuta e soffocata (nella cantilena onirica di Wanna Be sembra una Grace Slick bambina in trance), il chitarrista Brian Hansen erutta riff epidermici di rock and roll (dilagando nello scatenato Daddy's Gone Mad e nella galoppata thrash di Future Heat, come un incrocio fra Zoom degli X e Rorschach dei Cramps), la sezione ritmica macina ossessive cadenze boogie e blues.
Ma il sound dei Legal Weapon e` anche capace di sottigliezze armoniche, come nella cupa ballata della title-track, condotta a un ritmo caracollante che e` una variante raga del blues. In Don't Pretend le distorsioni nevrotiche della prima chitarra, i rintocchi sinistri dell'altra, il riff "grunge" del basso, il battito meccanico della batteria creano un clima di tensione da film dell'orrore che il canto e il coro sfruttano per una litania. Il tono fatalista ritorna anche nello psicodramma paranoico di Waiting In Line, ma qui Arthur gli alterna un registro da bambina appena bisbigliato che si disfa, sgola e scompone piano piano (come una Lydia Lunch senza la lascivia ma con molto terrore).

E' una delle grandi opere del punkrock tutto.

ECCOLO QUA

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